venerdì 1 dicembre 2017

Volete fare una gita sul lago di Como??? Info utili su cosa potrebbe capitarvi nei prossimi anni!!!

Forse non tutti voi avrete sentito parlare del progetto "Variante Tremezzina": questo progetto, se approvato, vedrebbe la costruzione di un tratto a scorrimento veloce sul lago di Como proprio nella zona del comune di Tremezzina. Il progetto presenta molte criticità e noi abbiamo chiesto il suo parere a un vero esperto in questo campo, Tommaso, ingegnere ambientale e profondo conoscitore di ogni singolo dettaglio di questa opera faraonica, qui le sue considerazioni: "Quando Loris mi ha chiesto di scrivere un articolo sulla Variante Tremezzina per il blog Limido 5 Stelle, il mio primo pensiero è stato: adesso li anestetizzo a dovere! Perché, e fidatevi non é una vanto bensì una maledizione, penso di essere uno delle 4-5 persone al di fuori dei tecnici ANAS e Provinciali ad aver letto il progetto, e potrei esporlo per ore. Vi volevo parlare di un’opera di 10 Km di cui 8,5 in galleria, di sbancamenti da un milione e mezzo abbondanti di metri cubi di roccia, di pareti di cemento armato da 30 metri a picco sul lago, di un cantiere che sarebbe durato dieci anni, ad essere ottimisti, ma più realisticamente venti.
Volevo parlarvi di tutto questo ma poi ho pensato… ma in fondo all'abitante medio di Limido Comasco che gli frega? Poco, e difficilmente avrebbe superato queste poche righe. Allora ho deciso che farò questo scherzo a Loris e vi parlerò di… rane!
Ok, noi Laghee siamo strani, ma se non vi siete ancora annoiati seguitemi per qualche altra riga e capirete il nesso.
Osservate la foto in cima alla pagina, capite di cosa si tratta? Le pareti di legno servono ad evitare che le rane attraversino la strada e vengano schiacciate, queste vengono invece convogliate verso l’imbuto di legno collegato ad un passaggio sotterraneo, il nastro chiaro che attraversa l’asfalto, che permette agli anfibi di passare sull'altro lato della strada senza rischiare di essere schiacciati dalle auto. E’ un attraversamento per rane.Per molti animali queste infrastrutture rappresentano dei muri quasi invalicabili che rendono per loro impossibile raggiungere i corsi d’acqua, zone ricche di cibo o entrare in contatto con altri gruppi di propri simili. In gergo tecnico quest’ultimo problema si chiama clusterizzazione, cioè la separazione in sottogruppi non comunicanti di una popolazione animale. E’ facile intuire che se il sottogruppo diventerà troppo esiguo tenderà a estinguersi, o peggio il patrimonio genetico della specie animale, proprio a causa di questa separazione forzata, tenderà a degradare.
Per queste ragioni vengono realizzati gli attraversamenti che in gergo tecnico vengono definiti ecodotti.
Cosa c'entra tutto ciò con la variante Tremezzina? Il nesso é semplice, un indicatore, non l’unico ma uno importante, di un progetto ben fatto é rappresentato da quanto il progetto stesso sia integrato, cioè da quanto vengano analizzate tutte le criticità dell’opera in fase di realizzazione e di utilizzo, ed in certi casi di smaltimento.
Un progetto ben fatto deve analizzare le motivazioni che rendono necessaria un’opera, le problematiche tecniche, costruttive, logistiche in fase di realizzazione, l’impatto che le lavorazioni e l’opera ultimata avranno sul territorio circostante ecc…
Chi ha sistemato la strada della foto ha analizzato anche l’impatto ecologico della stessa, ed ha ritenuto necessario destinare parte del capitale per la realizzazione di un ecodotto per rane.
E’ successo lo stesso per la Variante Tremezzina? Temo di no, e faccio alcuni esempi.
- Lo studio trasportistico, non ha tenuto conto di un piccolissimo dettaglio, cioè che di fianco alla vecchia strada Regina c’é il lago, che potrebbe essere utilizzato come via di trasporto. 
- Non sono stati fatti monitoraggi statici al Santuario della Beata Vergine del Soccorso o alle 14 cappelle della via Crucis (patrimonio UNESCO) né é stato studiato l’impatto strutturale che avrà scavare la galleria sottostante con l’utilizzo di esplosivi.
- Non è stato calcolato cosa succederà alla vecchia stradaRegina durante il cantiere, quando oltre al normale traffico dovranno transitare circa un centinaio di camion al giorno, oltre ai mezzi di lavorazione, agli operai ed a tutti gli annessi e connessi del cantiere.
Per finire per un’opera che costerebbe circa 330 milioni sono stati preventivati 2 milioni di euro di spesa per la mitigazione paesaggistica, cioè lo 0.6% del totale, e siamo in un luogo che grazie al paesaggio attira enormi quantità di turisti (e di denaro) dall'estero.
Trovatomi a discutere di questi aspetti con molte persone, politici e normali cittadini, le obiezioni sono state principalmente di due tipi: "non si può andare aventi così" oppure "non potere dire sempre di no".
Che non si possa continuare ad avere la vecchia via Regina come unica via di comunicazione è fuori da ogni dubbio ma è possibile che chiunque provi a segnalare una criticità o suggerire un'alternativa venga sempre catalogato come quello del "no" da persone che spesso non hanno minimamente approfondito quello di cui stanno parlando?
E' possibile che porre l'accento sui particolari della progettazione di un'opera equivalga ad essere considerati come quelli che vogliono mettere i bastoni tra le ruote o, quando la retorica raggiunge i livelli più alti, quelli che vogliono fermare il progresso?
Sono dettagli, direte voi, l'importante è che non ci sia troppo traffico, e poi che importa per qualche rana?
Salvare le rane però potrebbe significare abbattere la popolazione di zanzare in un'area, e progettare in maniera integrata la Variante Tremezzina potrebbe evitare, per esempio, che il tunnel intercetti una falda acquifera compromettendo l'approvvigionamento idrico dei comuni attraversati, che le esigenze del cantiere non facciano collassare la viabilità dell'area e molto altro.
Un progetto fatto bene deve considerare ogni aspetto possibile, dall'idea iniziale alla fase di realizzazione, ed il tempo impiegato per tale studio non è certo sprecato. Permettetemi uno slogan scontato: un'opera di qualità parte da un progetto di qualità.
La qualità pare però essere poco di moda in un mondo nel quale i politici fanno le cosa più per un titolo su un giornale o un servizio tv che per risolvere effettivamente un problema.
Sarebbe bello che la prossima battaglia culturale del Movimento, dopo quella sull'onestà, condizione necessaria non sufficiente per una buona amministrazione, riguardasse la qualità nell'azione politica.
Ce la possiamo fare!
PS: la foto é stata scattata a Meride (CH)


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