Condannata dalla Corte dei conti “per colpa grave” nella vicenda delle “consulenze d’oro”; e indagata per una brutta storia di soldi e petrolio, in cui fanno capolino gruppi mafiosi e perfino i terroristi dell’Isis.
Fece assumere a Palazzo Marino una 60ina di persone "di sua fiducia" tra cui 6 uomini d’oro entrati con “illeciti conferimenti di incarichi dirigenziali” e altri 6 ingaggiati con “non consentite nomine di addetti all’Ufficio stampa comunale".
Tutto a spese del Comune di Milano
Fortunatamente la Corte dei Conti le ha presentato il conto:
591 mila euro di danno erariale da rimborsare, un cifra che arriva a oltre 1 milione se si considerano anche i suoi 21 coimputati.
La condanna diventa definitiva, con sentenza della Corte di cassazione, nel 2019.
Le motivazioni sono pesanti: l’operato di Letizia Moratti ha avuto
“il connotato della grave colpevolezza, ravvisabile in uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell’interesse pubblico alla legalità e alla economicità dell’espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo spettante all’organo di vertice comunale”.
Nessuno dei nominati – appurano i magistrati – era in possesso delle competenze professionali richieste dalla legge.
Complimenti per la scelta.
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